E’ noto che la regolamentazione del mercato finanziario identifica tre obiettivi da conseguire con la propria azione:
La protezione dell’investitore negli Hedge Funds non necessità di ulteriori interventi, in quanto il legislatore ha già imposto limitazioni alla capacità di investimento in tali organismi a categorie di soggetti per le quali è presunta una adeguata professionalità in campo finanziario e/o un consistente patrimonio. In altri termini, l’investitore tipico in questi strumenti finanziari detiene le risorse necessarie per accertare e controllare il rischio del proprio investimento, sebbene i recenti avvenimenti abbiano dimostrato che essi non sempre se ne avvalgano.
D’altra parte, qualora l’investitore fosse insoddisfatto della scarsità d’informazioni che riceve, potrebbe esercitare le dovute pressioni presso il gestore del fondo o addirittura liquidare il proprio investimento. Per quanto concerne il secondo obiettivo, perseguire la stabilità finanziaria, era opinione comune a molti regolatori che questi fondi comuni non rappresentassero un incentivo al rischio sistemico più di qualsiasi altra istituzione finanziaria. Questa ottimistica visione è espressa chiaramente in un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, redatto sulla base di una serie di interviste condotte presso diverse autorità regolatrici.
Il rapporto era stato pubblicato circa sei mesi prima dello scandalo LTCM: “I regolatori sembrano generalmente soddisfatti del fatto che gli Hedge Funds non pongano particolari problemi al rischio sistemico e l’attuale regolamentazione è adeguata all’eventuale gestione di un rischio di tale natura”47. Gli ultimi eventi hanno manifestato la caducità di tali asserzioni. La vigilanza prudenziale esercitata sugli intermediari, volta ad assicurare un adeguato monitoraggio ed un’attenta gestione del rischio controparte, ha palesato non poche smagliature.
E’ bene comunque riconoscere che non tutti gli Hedge Funds hanno la potenzialità di creare rischi sistemici: molti fondi che non detengono posizioni consistenti, che non fanno uso di leve elevate o che agiscono con strategie di nicchia, incrementano la profondità del mercato e ne migliorano l’efficienza. La minaccia alla stabilità finanziaria proviene soprattutto dai fondi di copertura di maggiori dimensioni.
Si parla, infine, di minaccia all’integrità del mercato nel momento in cui l’incremento di volatilità è frutto di decisioni operative coscientemente intraprese. La regolamentazione cerca quindi di evitare le manipolazioni dei prezzi di mercato. Alcui strumenti in uso per conseguire tale obiettivo, per esempio norme sull’insider trading, limiti alle posizioni, priorità degli ordini di esecuzione ed altri, sono applicati a tutti gli operatori, compresi gli Hedge Funds. Tuttavia, alcune aree restano prive di flussi informativi e controlli adeguati, in particolare il mercato over-the-counter, i centri finanziari off-shore e il mercato dei cambi. Per lungo tempo, le caratteristiche delle predette aree di scambio, la natura intrinseca delle prime due e la prevalenza di attori bancari nella terza, non hanno mostrato la necessità di particolari attenzioni. Gli eventi recenti pongono seri ripensamenti in merito.
[46] L’International Organization of Securities Commission definisce l’integrità del mercato con gli aggettivi “corretto, efficiente e trasparente” (Fonte: Alessandra ed Elisabetta Manuli – “Hedge Funds: I vantaggi di una forma di investimento alternativa”, 1999, Jackson Libri)
[47] Fonte: B.J Eichengreen e D.Mathieson (1997), “Relazione degli esponenti del Fondo Monetario Internazionale”
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